La nostra vita - Michele Pittoni

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La nostra vita

Vita nostra così tanto solitaria e trascurata,
vita nostra.
Vita nostra così piena di tristezza,
mare morto.
Ed andando alla deriva abbiamo perso tutto quanto,
a poco a poco ,
dalla gioia di sorridere al dolore di andar via.
Ed essendo poi riusciti anche a  vendere i pensieri,
anche i più cari,
che, potessimo afferrare ci farebbero volare.

Rivogliamo questa vita così  tanto abbandonata al puro caso.
Rivogliamo il nostro tempo per uscire dall'ignoto.  
Riprendiamo quel cammino
che ci porta ad abbracciare,
spiriti rinati,
il nostro passato ed il nostro futuro,
vivi più di ieri.
Col coraggio di essere veri,
 
lasciamo che ci sbocci la forza di un leone,
con artigli che sappiano anche accarezzare,
scaldiamo questo cuore malato...
 
rompiamo questo nostro lungo torpore,
troppo facile scappare,
troppo bello guardarci in fondo
e scoprire che ci siamo ancora.

Perchè questa è la nostra vita,
vita non sempre solitaria,
vita non più piena di tristezza,
per scorprire che ci siamo ancora.

Dove non c'è più niente da poter vendere,
c'è invece tutto da ricordare,
in questa nostra vita,
e scoprire che ci siamo ancora.

Era ad inizio del 2013, febbraio o marzo, incontrai Nicole all'Eurotaverna durante una serata musicale organizzata da Franco Nava; ci eravamo già incontrati qualche mese prima al teatro di Arcore dove sempre Franco Nava aveva organizzato un concerto: io seguivo la parte del mixer per la riproduzione delle basi musicali, Nicole avrebbe dovuto cantare ma la chiavetta su cui aveva memorizzato il suo brano non funzionava, feci di tutto per trovare un'alternativa ma non ci riuscii. Lei era affranta e avemmo modo di parlare a lungo e mi raccontò della sua passione per la musica, la sua voce era calda e forte, trasmetteva emozioni all'istante ed alla fine mi tenne compagnia per tutta la serata; era piacevole la sua presenza, parlare con lei era semplice e spontaneo, era come se ci fossimo conosciuti da tempo. Ci rivedemmo poi, appunto all'Eurotaverna, eravamo seduti allo stesso tavolo; la serata era piuttosto deprimente e parlammo a lungo; inutile nascondere che, tra tutte le giovani cantanti che avevo conosciuto e che già seguivo, le avevo già preparato un posto d'onore degno di quella che ritenevo fosse la sua  capacità innata di trasmettere l'emozione con la sua voce. Nessuno di noi due dovette convincere l'altro: venne spontaneo convenire che ci saremmo dovuti incontrare di lì a poco per fare una prova su qualche brano da cantare; io cercavo per le mie canzoni una voce femminile che potesse interpretarle e più la sentivo parlare più mi convincevo che lei sarebbe stata perfetta.

Così passò poco tempo ed a marzo 2013, una domenica si presentò alle 9 e mezzo di mattina; non sapevamo ancora cosa avremmo potuto fare, a me venne in mente un brano che avevo composto  nel 2006 e, chiusi nella mia stanza della musica giù in taverna, gliela feci ascoltare solo con le luci che illuminavano pc e tastiera accese; la provammo, lei imparò le strofe, il ritornello, i cori,  le diede nuovi colori e sfumature, la fece vivere di nuova vita in ogni parola; ogni nota era quella giusta e mi entrava dritto nello stomaco... Era una sensazione di perfezione in tutto ciò che accadeva in quel miniuniverso di 5 metri quadrati dove eravamo stipati io, lei e quelle note che graffiavano l'anima... Già perchè io in quella canzone avevo messo la mia anima e lei  era riuscita a farla rivivere... Questo è il risultato, ma fu solo l'inizio...
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