Introduzione - Michele Pittoni

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Introduzione
 
 
I ricordi dei primi sogni si perdono nella notte dei tempi... i primi sogni di cui ho memoria erano in bianco e nero, eh sì, perché sembra proprio che i nostri sogni non siano a colori, i colori incominciamo ad aggiungerli noi inconsciamente con il passare del tempo. Ricordo i primi sogni a colori; come quello di un coccodrillo verde che spuntava su un isolotto in una palude e mi inseguiva, io mi svegliavo terrorizzato e correvo piangendo nella stanza dei miei genitori rifugiandomi sotto le coperte; ma proprio il primo in assoluto è stato ancora precedente, non avevo forse neanche tre anni: mi stavo arrampicando su una montagna di rifiuti dietro a mio nonno che saliva davanti a me e improvvisamente, in questo deserto di grigio compariva una tanica di benzina shell con i suoi vivaci colori gialli e rossi...

E poi sono incominciati i sogni ricorrenti, quelli dove sognavo e sapevo che stavo sognando per cui mi toglievo lo sfizio di salire sul primo grattacielo che trovavo e mi buttavo giù da una finestra perché tanto sapevo che non mi sarei fatto nulla e accidenti, volavo davvero! Una scoperta fantastica! E più avanti, dato che c'ero, decisi che non era necessario salire su un grattacielo per volare, bastava prendere la rincorsa aprire le braccia e spiccare il volo come un uccello, ero libero di andare dove volevo e salire dove nessuno poteva arrivare. Chissà, questo forse perché un altro sogno ricorrente era quello di essere inseguito da qualcuno e non riuscire a scappare, le gambe incapaci di muoversi, ogni passo era uno sforzo incommensurabile... forse, volare era stata la mia strategia vincente, ero imbattibile!

Col tempo poi avevo affinato la mia capacità di fuga inventandomi una nuova tecnica; mi dicevo: "sto sognando e mi devo svegliare" e con un grande sforzo riuscivo ad aprire gli occhi: a volte mi svegliavo realmente, altre volte invece riuscivo a continuare il sogno dentro un altro sogno, passando attraverso una specie di tunnel spaziotemporale che mi portava in un'altra dimensione. Ricordo distintamente quella volta che mi risvegliai in una grande sala medioevale piena di armature e di personaggi di altri tempi, e che dire del risveglio nel deserto davanti ad una enorme piramide egizia... E se i miei inseguitori fossero riusciti poi a raggiungermi anche lì, nessun problema, ripetevo l'operazione.
 
Ancora piu tardi ci fu la grande scoperta: le porte di passaggio! senza troppi sforzi, le aprivo e mi trovavo in un'altra realtà, spesso piena di colori, di alberi e fiori profumati, rigogliosi, una bouganville viola, come avevo realmente sul mio terrazzo, fiori sgargianti in cima agli alberi al posto delle foglie su grandi terrazze da cui lo sguardo si perdeva a vista d'occhio su colori sfavillanti ed è così che, ad un certo punto della mia vita, ho scritto una canzone dal titolo "la strada del sogno".

E che dire del mare, mare calmo, mare in tempesta, mare come luogo di pace o mare come momento di lotta contro la forza della natura, tutto ciò l'ho sempre sognato in tantissime varianti, ispirazione di testi di canzoni e poesie, io che ho sempre considerato il mare come un mio elemento naturale, dove pure il bagnino di salvataggio aveva rinunciato a "cercare", per modo di dire, di salvarmi quando il mare era in tempesta: storica la sua ultima affermazione di quando mia madre lo supplicava di riportarmi indietro, lui ci provò, non ci riuscì, e al ritorno sbottò dicendole " Lo lasci lì, quello tanto non affogherà mai!". E tutto questo è nei sogni quando entro in un mare cupo, le onde si alzano fino a diventare gigantesche ma non mi spaventano, anzi!
E il fuoco? Le braci accese, quel rosso intenso e le lingue della fiamma color giallo vivido e che, al risveglio di un sogno, mi hanno fatto prendere in mano i pennelli e i colori nel tentativo di ricrearli...

Avrei tanto altro da raccontare ma adesso ho parlato troppo: ora vi leggo "la strada del sogno", un testo che poi ho musicato circa 20 anni fa.
 
 
 
La strada del sogno
 
 
Poter camminare per strada e trovare la via che mi porta fin dentro ad un sogno,
poter ammirare le stelle di notte sapendo che non son poi tanto distanti.
Potermi svegliare con la forza di essere ciò che non sono o che non ho ancora voluto,
poterti pensare e credere ancora che forse anche adesso mi stai cercando,
e che la tua mano non voglia davvero spingermi via,
poter chiudere gli occhi e sentirti vicina...
  
Potermi guardare dentro e tornare indietro nel tempo a cercare le cose lontane,
potermi guardare intorno e scoprire nuovi colori sospesi nell'aria.
Potermi confondere in mezzo alla gente per poter cogliere i loro pensieri,
poterti incontrare e credere ancora che forse anche adesso mi stai cercando,
e che la tua mano non voglia davvero spingermi via,
poter chiudere gli occhi e sentirti vicina...
 
 
Quando la strada del sogno finisce ed il mondo ritorna ad esser se stesso,
i colori son bianchi ed i suoni son muti, la pietra è di sabbia e l'amore è lontano.
Apro una porta nel vuoto e riscopro oggetti impalpabili come pensieri,
giardino di sogno, dietro ogni siepe si cela un angolo del mio passato,
un nome per ogni fiore appassito sopra ad un manto d'erba turchese e fredda come la neve,
ma posso sperare che la primavera anche domani ritorni a fiorire.
 
I sogni non sono solo una parentesi nella notte, vanno oltre, sono la nostra stessa essenza, è la nostra espressione di libertà, sono anticipatori di ciò che saremo in grado di creare, la vita senza sogni è povera è solo sopravvivenza: i sogni possono diventare realtà e la vita può diventare un sogno: per me la musica è ogni volta entrare (o uscire?) in un sogno ad occhi aperti: adesso vi farò ascoltare e "vedere" due brani: il primo è dancing with my soul, dove le immagini cercano di rappresentare una danza in cui tutte le sfaccettature dell'animo vengano messe in risalto e contrapposte, il secondo sarà ricominciare, scritto dopo pochi mesi dalla tragedia del Bataclan e rappresentato al Teatro Belloni di Barlassina, ideato e nato con la splendida ballerina che poi lo ha rappresentato, Irene Cattaneo, in una notte di sogno in cui abbiamo cercato di rivivere la tragedia intrecciando ritmo e melodia, lei assorta ad occhi chiusi mentre io al pc davo forma alla musica e seguivo la sua danza immaginaria... Lei mi aveva spiegato che per una ballerina ci sono due piani musicali ritmici diversi tra i quali deve potersi spostare a piacimento, ed io seguivo l'onda del ritmo
 
Rincomiciare
 
Questi sogni miei che scorrono così veloci
andranno oltre il limite del tempo che tu gli vorresti imporre;
non ci sarà confine che non potranno superare,
anche là dove oggi sono banditi ci saranno semi antichi che germoglieranno.
Sappi che io vivrò con loro, le mie radici sono forti, anche se tu ti illudi che non sia così,
e non è vero che il confine tra il bene e il male sia solo un punto di vista ed è tutto uguale:
non sarò perfetto ed errori ne avrò fatti ma so capire da che parte dovrò andare.

29/06/2019
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